Questo è il dilemma che affligge le persone più attente al loro impatto ambientale. Indubbiamente prendere meno voli possibile è la scelta migliore per il clima. Prendere un volo transoceanico andata e ritorno può emettere oltre una tonnellata di CO2 a passeggero. È tanto, è poco?

Consideriamo che è circa come fare la stessa distanza del volo, in un’auto a benzina/diesel, da soli. Quindi con un solo lungo volo si possono potenzialmente creare le stesse emissioni che si creano in un intero anno alla guida della propria auto. Ci sono soluzioni per abbassare le emissioni se si sceglie di prendere un volo? Da molti anni esistono siti web che si occupano di carbon offsetting (compensazione delle emissioni), che ad esempio piantano alberi o conservano foreste esistenti. Esistono vari tipi di certificazioni più o meno affidabili, ma la maggior parte dei progetti è nel lungo termine e quindi non si sa se effettivamente porterà i benefici promessi. Rimane quindi una soluzione di dubbia efficacia. Da qualche anno a questa parte esiste un nuovo metodo per abbassare le emissioni del proprio volo: il Sustainable Aviation Fuel.

Questo tipo di carburante può derivare da varie fonti e di conseguenza essere più o meno virtuoso: olio vegetale esausto, idrogeno verde + Direct Air Capture (e-kerosene, il più virtuoso ed energivoro), biomassa, scarti agricoli e rifiuti. Gli studi su questo tipo di carburante, rispetto al kerosene standard, indicano un abbassamento delle emissioni di CO2 fino all’80%, ma con un avvertimento: buona parte delle emissioni climalteranti di un volo è causata dalle cosiddette emissioni non-CO2 dovute al rilascio di varie particelle climalteranti in alta atmosfera.

Queste soluzioni sono solo un moderno tipo di indulgenza? Andiamo a esaminare le varie opzioni. Il modo più virtuoso di abbassare le emissioni di un volo è con l’e-kerosene (che permette di ridurre le emissioni CO2 e non-CO2 del 50%), con il problema che idrogeno verde e Direct Air Capture sono procedimenti energivori e che oggi non abbiamo un surplus di energia rinnovabile o a bassa intensità carbonica da usare a questi scopi. Per semplificare: questa energia verde potrebbe essere utilizzata per far viaggiare auto elettriche con maggiori benefici per l’ambiente rispetto alla riduzione delle emissioni degli aerei.

Il secondo metodo migliore per abbassare le emissioni di un volo sono gli altri tipi di Sustainable Aviation Fuels e infine ci sono i classici progetti di carbon offsetting certificati per compensare le emissioni nel lungo periodo. Considerate che però non esistono siti web specifici per acquistare una quota di e-kerosene, ma solo un generico Sustainable Aviation Fuel. Purtroppo gli aerei sono uno di quei settori hard-to-abate che hanno un urgente bisogno di idrogeno verde e altre tecnologie costose ed energivore per poterne abbassare le emissioni climalteranti. Questo perché non sono facilmente realizzabili aerei a zero emissioni nei prossimi 20 o più anni (e forse quelli a lunga percorrenza non verranno mai realizzati.

Per concludere, la soluzione numero uno per abbassare le emissioni dei propri voli è quella di rinunciare il più possibile se non completamente a volare per le vacanze. Una buona idea, a mio avviso, è sostenere realtà non-profit come Transport & Environment che fanno un grandissimo lavoro di studio ed elaborazione dei dati per poter consigliare alle istituzioni europee le soluzioni più concrete per abbassare le emissioni ed evitare greenwashing ed effetti negativi non voluti (a titolo di esempio: non usare colture per il biodiesel invece che ad uso alimentare) dall’intero settore dei trasporti. Infine, se scegliamo di prendere un aereo, valutiamo se fare un carbon offsetting con il Sustainable Aviation Fuel (molto più caro) o con altri progetti certificati.

Andrea