L’IPCC ha pubblicato il suo ultimo report, utile a riassumere la situazione delle conoscenze globali sul cambiamento climatico.

Come potete immaginare la situazione è veramente grama, ma qui vedete una bellissima infografica sulle soluzioni che abbiamo per fermare o rallentare il disastro nei prossimi 7 anni.

Come vedete, le migliori frecce al nostro arco sono sempre quelle: riduzione della domanda, rinnovabili, stop alla deforestazione, riduzione delle emissioni spurie di metano, dieta più vegetale e meno animale, gestione forestale, efficienza energetica, gestione dei gas fluorinati, biciclette, energia nucleare, etc etc.

Non c’è una freccia sola, sono tante e più o meno tutte efficaci nella loro misura. Certo, le nuove rinnovabili fanno bella figura, là in alto, per il loro potenziale nella decarbonizzazione e in buona misura a costi inferiori al fossile.

Ci stiamo schiantando dolorosamente contro un muro, ma l’IPCC ci ricorda che possiamo fare il possibile oppure decidere di essere spazzati via in un paio di decenni al ritmo a cui stiamo andando ora. l’Europa mediterranea è in prima fila verso il precipizio, si legge nel report e si vede dalla finestra. Il morso della siccità è ben descritto anche nel riassunto del report.

Ma per evitare il peggio serve azione immediata, si legge. Serve un approccio progettuale emergenziale, alla “ponte Morandi” come direbbe il vecchio Cingolani. Serve impegno collettivo da parte di tutti, serve una rivoluzione per salvare l’umanità, come dice Ferdinando Cotugno in Primavera Ambientale.

Serve speranza, consistenza e azione rapida. Efficientiamoci, semplifichiamoci, veganizziamoci, elettrifichiamoci, solarizziamoci, defossilizziamoci, nuclearizziamoci al più presto possibile. O saremo l’ultima generazione di scemi che ha lasciato il pianeta invivibile.